
Il 25 novembre 2025, la Sala Consiliare del Comune di Pino Torinese ha ospitato un incontro promosso dal Progetto IDEA ed inserito nella programmazione degli appuntamenti del tavolo di lavoro Agroambiente del Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese, dedicato all’utilizzo dell’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment – LCA) per lo studio delle produzioni agroalimentari.
All’incontro hanno preso attivamente parte membri delle associazioni di categoria e rappresentanti delle associazioni allevatori, riuniti per la presentazione dei primi dati ottenuti dal progetto Horizon Europe SELINA, un progetto innovativo che ha come obiettivo principale quello di fornire prove scientifiche capaci di guidare i processi decisionali che supportano la protezione, il ripristino e l’uso sostenibile delle risorse ambientali disponibili sul territorio.
Sono stati quindi presentati i risultati del confronto di analisi d’impatto compiute su aziende zootecniche della provincia di Torino, nel tentativo di sviscerare pregi e criticità di un prodotto caratteristico del Piemonte, la carne bovina, e mettendo in luce un sistema, pur non privo di criticità, virtuoso rispetto agli standard europei.
Momento centrale dell’incontro è stata la presentazione del metodo LCA come un approccio sistematico utile a valutare gli impatti ambientali associati a un prodotto o a un processo lungo il suo intero ciclo di vita. Tale metodo, fornendo una visione integrata dei vari aspetti legati alla produzione, sta emergendo come uno strumento sempre più necessario per ottimizzare la gestione ambientale delle aziende agricole, accedere a finanziamenti o acquisire competitività sul mercato.
L’LCA non dà solo l’opportunità alle aziende di identificare aree di miglioramento e implementare strategie di efficienza che incrementino la sostenibilità aziendale, ma consente anche di “fotografare” le criticità presenti nel sistema produttivo. Infatti, attraverso la raccolta di dati primari specifici – come i consumi di energia, acqua, fertilizzanti e la gestione dei reflui – la metodologia permette di identificare con precisione gli “hotspot ambientali”, ovvero le fasi del processo che generano i maggiori impatti. Questo livello di dettaglio consente ai portatori d’interesse di progettare soluzioni di mitigazione mirate e di ottimizzare l’uso delle risorse.
Oggi immaginare di gestire un’azienda agricola senza un approccio LCA è come cercare di ridurre le spese domestiche guardando solo lo scontrino della spesa alimentare, ignorando le bollette della luce, il riscaldamento e i costi di trasporto; l’LCA fornisce invece un “estratto conto” completo che rivela esattamente dove vengono consumate le risorse ambientali, permettendo di risparmiare dove conta davvero.
L’implementazione di studi LCA, quindi, non solo aiuta le aziende a rispondere alle sfide ambientali e normative emergenti, ma consente loro di diventare più competitive nel contesto di un mercato sempre più attento alla sostenibilità. L’uso della metodologia apre infatti le porte alla valorizzazione commerciale dei prodotti, poiché la disponibilità di dataset rappresentativi e verificati è ormai il prerequisito per accedere a schemi di certificazione di qualità di prodotto.
In sintesi, l’LCA trasforma la sostenibilità da concetto astratto a parametro misurabile e gestibile, guidando le aziende verso l’efficienza ecologica ed economica. Questo approccio, se esteso e implementato su larga scala, potrebbe costituire un volano fondamentale per l’evoluzione del settore agricolo verso pratiche più ecologiche, efficienti e rispettose dell’ambiente. Per questo il Progetto IDEA propone la lettura di questa monografia, che riassume i risultati delle analisi LCA condotte nell’ambito del progetto Arcadia, il quale mira a creare una Banca Dati Italiana LCA, popolandolacon dati rappresentativi del contesto nazionale per migliorare l’uso efficiente delle risorse. La monografia si concentra in particolare sulle filiere del latte crudo vaccino del Nord Italia e dell’industria del pomodoro confezionato. Entrambi gli studi utilizzano la metodologia LCA per quantificare i potenziali impatti ambientali dei prodotti, analizzando l’intero ciclo di vita (dalla “culla al cancello” per il latte e dalla “culla alla tomba” per il pomodoro) e identificando i processi più impattanti in ogni filiera.
Immagine di copertina: Eszter Miller su Pixabay