
Il 15 novembre 2025, all’interno della vivace cornice di Tuttomele 2025, Cavour ha ospitato l’evento Cibo, acqua e territori: tutelare l’acqua per preservare agricoltura e ambiente di fronte ai cambiamenti climatici, una giornata di confronto dedicata a uno dei temi più urgenti per l’agricoltura contemporanea: la gestione sostenibile delle risorse idriche, soprattutto in relazione alle acque sotterranee e all’irrigazione delle colture. L’iniziativa ha riunito amministratori locali, tecnici, ricercatori, agricoltori e cittadini interessati, fornendo un’occasione di confronto e dialogo aperto sul futuro delle aree rurali pinerolesi.
La mattinata è stata dedicata agli interventi degli esperti, che hanno delineato un quadro della situazione delle riserve idriche sotterranee a scala regionale e dei possibili scenari futuri. I relatori hanno spiegato come le falde acquifere rappresentino una risorsa strategica, spesso invisibile ma fondamentale per l’agricoltura di pianura, per l’industria agroalimentare e per il fabbisogno civile. Sono stati illustrati i processi che regolano la ricarica naturale delle falde, messi alla prova da stagioni sempre più irregolari e da episodi di siccità prolungata. Molta attenzione è stata dedicata alla vulnerabilità dei corpi idrici sotterranei: prelievi eccessivi, urbanizzazione, cambiamento nei regimi pluviometrici e inquinamento diffuso rischiano di comprometterne la qualità e la disponibilità nel lungo periodo.
Uno dei temi più discussi è stato il ruolo dei sistemi irrigui nella ricarica degli acquiferi, mettendo in luce le complesse dinamiche che uniscono le attività antropiche ai cicli idrogeologici, inserite nel quadro dei cambiamenti climatici in atto. Ciò che per l’agronomia tradizionale risulta “acqua persa”, in quanto ormai infiltrata nel sottosuolo e non più utilizzabile a scopo irriguo, è stata invece presentata come acqua stoccata nel più grande serbatoio che il territorio ha a sua disposizione: l’acquifero. Fatto di sedimenti permeabili, l’acquifero filtra l’acqua e la mantiene disponibile fino al momento dell’emungimento da pozzo nel periodo estivo, quando i corpi idrici superficiali stentano a scorrere. Questa prospettiva ha scosso la certezza ormai diffusa che, di fronte alla crisi idrica, i sistemi altamente efficienti orientati al risparmio dell’acqua di irrigazione siano l’unica soluzione perseguibile, donando una visione d’insieme e di lungo periodo.
De Luca – Impatti del cambiamento climatico sulle acque sotterranee
Lasagna – Risorse idriche sotterranee a scala regionale
Dopo un piacevole pranzo presso le strutture della Fiera, la giornata è proseguita nel pomeriggio con i tavoli di lavoro, momento centrale dell’evento per il carattere partecipativo e operativo. Imprenditori agricoli, tecnici dei consorzi irrigui e rappresentanti delle istituzioni hanno avuto l’opportunità di discutere direttamente criticità, esperienze e proposte in merito ai temi della gestione irrigua a scala di Distretto, alle pratiche agricole utili nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla disponibilità irrigua ed alle utilità e criticità del deflusso ecologico. L’obiettivo era individuare strategie di gestione delle acque irrigue che fossero al tempo stesso realistiche, innovative e adatte alle esigenze del contesto locale.
Cumino – Politiche e programmazione a supporto della gestione della risorsa in agricoltura
Tra le proposte più interessanti è emersa l’implementazione di sistemi di compensazione monte – valle, pensati in modo da premiare le perdite idriche sostenute dalle aziende agricole a favore della ricarica degli acquiferi. Non è mancata una riflessione sui metodi di stoccaggio delle acque superficiali e sul ruolo dei canali consortili come infrastrutture di regolazione indispensabili nei periodi critici.
Sull’esempio virtuoso del Masterplan SWITCH, detto anche Masterplan dell’acqua, realizzato nel territorio chierese e carmagnolese, ha trovato forte supporto il tema della costruzione di aree umide che, in quanto piccoli invasi non impermeabilizzati, aumentano la permanenza delle acque meteoriche sul territorio per favorire in seguito la ricarica delle falde freatiche, oltre ad aumentare il valore naturalistico del paesaggio. Grande interesse è emerso anche in merito alle possibilità date dall’innovazione tecnologica, come lo sviluppo di sensoristica di precisione e di intelligenza artificiale specializzata a prezzi accessibili e all’avanzamento delle biotecnologie, che potrebbero presto rendere disponibile l’utilizzo di cultivar più resistenti allo stress idrico.
Un tema trasversale emerso da tutti i tavoli è stato quello della governance dell’acqua: la necessità cioè di un coordinamento stabile tra enti locali, consorzi irrigui, gestori idrici e comunità agricole. Una gestione efficace, infatti, non può dipendere solo dalla tecnologia o dalle buone pratiche aziendali; richiede invece un quadro regolatorio chiaro, seppur flessibile, data la variabilità delle situazioni specifiche, oltre a investimenti continui e, soprattutto, una visione comune, capace di trovare compromessi tra le diverse esigenze che popolano il territorio.
La giornata dedicata a Cibo, acqua e territori ha dimostrato come sia possibile creare spazi aperti di confronto e riflessione su temi cruciali per il futuro. L’evento ha lasciato un messaggio chiaro: la sostenibilità idrica non è solo una questione tecnica, ma una responsabilità condivisa, un impegno che coinvolge istituzioni, mondo agricolo e cittadini nella costruzione di territori più resilienti, consapevoli e capaci di affrontare le sfide del cambiamento climatico.
Nell’autunno 2025 il Progetto IDEA ha dedicato molta attenzione al tema delle risorse idriche:
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