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Crops4Protein: un progetto di innovazione e sostenibilità

Questo contributo fa parte della serie dedicata ai Gruppi Operativi del PEI AGRI, protagonisti dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile delle aziende agricole in Piemonte. Leggi più contenuti sui GO del PEI AGRI.

I Gruppi Operativi (GO) del PEI AGRI sono partenariati che uniscono aziende agricole, enti di ricerca e altri attori della filiera per sviluppare e sperimentare soluzioni innovative in agricoltura. In Piemonte, le Misure 16 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022 hanno sostenuto numerosi progetti, con l’obiettivo di promuovere innovazione, sostenibilità e competitività nel settore agricolo. Fra questi il progetto Crops4Protein, un modello virtuoso di collaborazione tra ricerca e impresa agricola.

L’idea alla base del progetto è semplice ma ambiziosa: diversificare le rotazioni cerealicole introducendo leguminose e pseudocereali in grado di arricchire il terreno, ridurre l’impiego di fertilizzanti di sintesi e offrire nuove opportunità economiche alle aziende agricole. Le colture proteiche come soia, pisello proteico e cece, insieme al grano saraceno a ciclo breve, possono infatti contribuire a migliorare la fertilità dei suoli grazie alla capacità di fissare azoto e, allo stesso tempo, rispondere a una crescente domanda di proteine vegetali di qualità.

Crops4Protein nasce nel 2020, con l’obiettivo di rendere più sostenibili e resilienti i sistemi cerealicoli della pianura piemontese, valorizzando al contempo nuove fonti proteiche per l’alimentazione umana e animale.

Origine e finalità del progetto

L’ambizioso obiettivo di ampio respiro di Crops4Protein è dunque duplice: da un lato ridurre l’impatto ambientale dei sistemi agricoli e accrescerne la resilienza ai cambiamenti climatici, dall’altro ampliare le prospettive produttive e commerciali delle aziende attraverso l’introduzione di colture innovative e remunerative.

I soggetti coinvolti

Il progetto è stato coordinato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino (DISAFA) in qualità di capofila, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale, del Consorzio Agricolo Piemontese per Agroforniture e Cereali (CAPAC), dell’azienda Rostagno Giuseppe e C., della Fondazione Podere Pignatelli e di alcune aziende agricole operanti sul territorio. Questo mix di competenze scientifiche e operative ha garantito un approccio integrato, capace di unire la ricerca con la sperimentazione diretta in azienda.

Metodologie adottate

La sperimentazione è stata condotta direttamente in campo, all’interno di aziende della pianura piemontese, così da restituire dati affidabili e trasferibili alla pratica agricola quotidiana. Sono state allestite prove varietali che hanno coinvolto un ampio numero di cultivar per ciascuna specie: in alcuni casi fino a dieci diverse varietà sono state messe a confronto per valutarne resa, adattabilità e qualità.

Il lavoro non si è limitato alla produttività. Le colture sono state analizzate anche sotto il profilo qualitativo, con particolare attenzione al contenuto proteico. Le rotazioni colturali sono state studiate considerando i benefici per il suolo, la riduzione delle infestanti e la possibilità di contenere l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti di sintesi. Un aspetto importante è stato inoltre l’inserimento di colture intercalari a ciclo breve, come il grano saraceno, capaci di proteggere e arricchire il terreno tra due colture principali.

Accanto alle prove sperimentali, il progetto ha dedicato grande attenzione al trasferimento delle conoscenze. Sono state predisposte schede tecniche varietali, raccolte di buone pratiche colturali e materiali divulgativi, resi disponibili online e distribuiti durante eventi e giornate dimostrative. Le giornate in campo del 2022, che hanno visto la partecipazione attiva di agricoltori e tecnici, hanno rappresentato momenti fondamentali per osservare da vicino le prove, discutere i risultati e favorire il confronto diretto tra ricercatori e operatori.

Risultati emersi

Le prove condotte nel 2022 hanno restituito dati significativi. La soia e il pisello proteico hanno confermato la loro capacità di fornire rese interessanti e, soprattutto, di arricchire i sistemi colturali in termini di apporto proteico. Il cece, coltura tradizionalmente più diffusa in ambienti diversi, ha mostrato potenzialità di adattamento anche nella pianura piemontese, aprendo prospettive di diversificazione produttiva. Il grano saraceno, con il suo ciclo breve, si è rivelato particolarmente utile come coltura intercalare, offrendo un valore aggiunto sia agronomico sia economico.

Dal punto di vista qualitativo, le analisi hanno evidenziato parametri nutrizionali adeguati alle diverse destinazioni d’uso alimentare e zootecnico, confermando la possibilità di sviluppare filiere locali per la valorizzazione di queste produzioni. Le rotazioni sperimentate hanno inoltre dimostrato effetti positivi sulla fertilità del suolo e sulla gestione delle infestanti, riducendo la necessità di input esterni.

Un modello di innovazione condivisa

L’elemento distintivo di Crops4Protein è stato il continuo dialogo tra ricerca e pratica agricola: le aziende hanno messo a disposizione campi e competenze, i ricercatori hanno fornito strumenti di analisi e interpretazione, e le attività di divulgazione hanno consentito di diffondere rapidamente i risultati. Questo approccio collaborativo ha reso possibile trasformare le prove sperimentali in conoscenze immediatamente applicabili, favorendo un processo di innovazione realmente condiviso.

Risorse utili

Crops4Protein ha prodotto materiali di divulgazione dei risultati ottenuti dalle sperimentazioni del progetto, ad esempio:

Schede tecniche varietali

Buone pratiche colturali

Per saperne di più, visita la pagina del progetto Crops4Protein e scarica i materiali relativi alle sperimentazioni.

15 Ottobre 2025

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