Nel cuore del Piemonte, il territorio chierese-carmagnolese si distingue non solo per l’eccellenza della sua produzione agroalimentare, ma anche per un forte e crescente impegno verso l’inclusione sociale e la solidarietà. In questo contesto si è delineato un modello virtuoso e replicabile, in cui la filiera della produzione del cibo e la filiera della solidarietà si intrecciano, si alimentano a vicenda e costruiscono insieme un futuro più sostenibile, inclusivo e resiliente.
La sinergia tra questi due mondi – quello dell’agricoltura e quello dell’impegno sociale – rappresenta oggi una risposta concreta alle sfide del nostro tempo: l’aumento delle fragilità economiche, l’insicurezza alimentare, lo spopolamento delle campagne, la perdita di coesione sociale. E al centro di questa rete virtuosa si colloca un attore cruciale: il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese.
Un Distretto che genera valore: il cuore agricolo del territorio
Il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese è una piattaforma di sviluppo integrato, un punto d’incontro tra imprese agricole, istituzioni, enti del terzo settore e cittadini. Nato con l’obiettivo di promuovere e tutelare l’agricoltura locale, valorizzare i prodotti tipici e rafforzare le economie rurali, negli anni ha saputo evolversi in una realtà che promuove sostenibilità, innovazione sociale e cooperazione.
Nel Distretto operano aziende agricole che non solo producono eccellenze – ortaggi, frutta, vino, cereali, prodotti trasformati – ma che scelgono di mettere il proprio lavoro al servizio della comunità. Sono realtà dinamiche, spesso a conduzione familiare, che affondano le radici nel territorio e lo conoscono profondamente, consapevoli che il valore del cibo non si misura solo in termini economici, ma anche e soprattutto in termini sociali, culturali e ambientali.
Il Distretto diventa così un ponte tra terra e persone, capace di coinvolgere i produttori in progetti di solidarietà, educazione alimentare e lotta allo spreco. Il cibo, da prodotto commerciale, si trasforma in bene relazionale, in occasione di incontro, in strumento per costruire una società più giusta.
Il Terzo Settore: quando il cibo diventa cura e dignità
Accanto alla filiera produttiva, sul territorio agisce una rete diffusa di iniziative solidali che affrontano in modo diretto le emergenze sociali, tra cui l’accesso al cibo per le fasce più fragili della popolazione. Tra queste spicca Reciproca Mensa, un progetto che nasce per offrire non solo pasti, ma relazioni, dignità e inclusione.
Il nome stesso richiama l’idea di scambio e mutua assistenza: non si tratta di un semplice servizio assistenziale, ma di un’iniziativa che costruisce legami, valorizza ogni individuo e promuove un nuovo modello di cittadinanza attiva. In questo progetto il cibo non è solo nutrimento, ma è cura, riconoscimento, speranza.
Reciproca Mensa opera con una logica di rete: raccoglie eccedenze alimentari, dona pacchi cibo alle famiglie in difficoltà, organizza momenti conviviali per combattere l’isolamento sociale, crea connessioni tra enti pubblici, imprese e associazioni. In questo intreccio trova spazio la collaborazione con il Distretto del Cibo, che ha compreso da subito il potenziale trasformativo di un’alleanza tra agricoltura e solidarietà.
Tra gli enti no profit del territorio la Fondazione Comunità Chierese, ha contribuito supportando le iniziative del Distretto e di Reciproca Mensa, collaborando attivamente all’organizzazione dell’eventoReciproca Cena, un esempio concreto di come si possa fare sistema a partire da bisogni reali e risorse locali.
Reciproca Cena: il gusto della solidarietà, la forza della comunità
Il momento simbolico e concreto in cui queste due filiere – produzione e solidarietà – si sono incontrate è rappresentato dall’evento Reciproca Cena, che si è svolto il 14 febbraio 2025 presso l’area Proloco di Cambiano. Una serata speciale, carica di significati, in cui il cibo è stato il protagonista di una narrazione collettiva fatta di generosità, partecipazione e speranza.
L’evento ha riunito 140 persone attorno a una tavola imbandita con i prodotti delle aziende agricole del territorio. Tutti gli alimenti – dalla verdura ai latticini, dalle carni al pane – sono stati donati da produttori locali,non solo aderenti al Distretto, ma anche da aziende non aderenti che hanno compreso e condiviso lo spirito di unione per il bene del territorio, dimostrando quanto sia forte il senso di responsabilità sociale anche di piccole imprese agricole.
La cena è stata preparata dagli chef dell’Associazione Cuochi di Torino, servita dagli studenti dell’Istituto Alberghiero Norberto Bobbio di Carignano, accompagnata dai vini scelti e presentati dall’Associazione Italiana Sommelier. Un’intera filiera – dalla produzione alla ristorazione, passando per l’educazione e il volontariato – composta da oltre 60 persone appassionate, si è messa al servizio della comunità.
I fondi raccolti – quasi 7.000 euro – sono stati destinati alla sede di Santena di Reciproca Mensa, a sostegno dell’acquisto e distribuzione di pacchi alimentari per circa 900 persone fragili tra Chieri e Santena.
Un nuovo modello di sviluppo territoriale
Esperienze come Reciproca Cena mostrano in modo chiaro che il territorio chierese-carmagnolese possiede le competenze, le energie e la visione per costruire un nuovo modello di sviluppo locale, capace di coniugare crescita economica e giustizia sociale.
Il Distretto del Cibo si conferma un attore centrale in questa trasformazione. Le sue aziende agricole non si limitano a produrre: coltivano relazioni, sostengono la dignità delle persone, si fanno protagoniste di una narrazione positiva e inclusiva del territorio. In un tempo in cui le campagne rischiano lo spopolamento e il mercato penalizza i piccoli produttori, questo approccio restituisce valore alla dimensione locale e sociale dell’agricoltura.
In conclusione…
L’integrazione tra produzione alimentare e iniziative di solidarietà contribuisce a:
Il modello chierese-carmagnolese ci insegna che l’agricoltura può essere un presidio di solidarietà, che la solidarietà può valorizzare le economie locali, e che insieme si può costruire un sistema alimentare più giusto, resiliente e umano.
Eventi come Reciproca Cena, progetti come Reciproca Mensa, e realtà come il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese, mostrano che questa trasformazione è possibile. E che parte sempre dallo stesso luogo: la comunità.